domenica 16 ottobre 2016

Premio della critica in Italiano. Vincitori poesie e motivazioni




La mia montagna
di Benito Ferraro Vico Equense (NA)

Ti ammiro tutti i giorni,
ogni momento, ogni istante,
come la mia donna preferita.
Sei sempre la stessa da sempre
ma ogni volta scopro qualcosa.
Ti conosco come migliore amica
che non mente mai;
conosco ogni anfratto, ogni collina, ogni insenatura.
Vorrei volare sulle tue rupi,
volteggiare come un uccello,
sfiorarti, accarezzarti.
Vorrei toccare tutte le tue pietre,
rotolarmi nei tuoi spiazzi erbosi,
sedermi sul costone più alto
e spalancare gli occhi sull'infinito,
per guardare il mare lontano.
Voglio vedere ogni istante le tue vette,
le tue grotte, gli alberi, i promontori.
Vorrei cibarmi delle tue erbe,
dei tuoi semi, delle tue radici.
Vorrei cullarmi nella tua dolce aria
della nostra stagione più bella.
Vorrei dormire sotto la tua grotta preferita
e stare lontano dal frastuono quotidiano.
Vorrei vagare senza meta
nelle tue selve oscure,
nei tuoi boschi ombrosi.
Dolce montagna amica,
sei la mia montagna,
nessuno mi può togliere
il mio amore per te.

Motivazione:
Entro e non oltre le molteplici apparenze della montagna/amata si staglia la capacità di conoscere se stessi, l'altro e la natura: dote rara che merita di essere presa a modello.


Crune
di Giuseppe Guidolin (Vicenza)

Recidendo i ricordi
lungo nodi sfalsati
sui contorni del tempo

si sanguina sul filo
tra fossili incuranti
di piante d’affetti
insensibili alle radici

e non esiste respiro
natura di parola
che possa riecheggiare
dal fondo dei pensieri

dove scuce un velcro
nell’anima
la malinconia

Motivazione:
Attraverso le Crune passa una altalena scorticante e sanguinante di sensibilità soavi. Pregevole tentativo di tessere l'impervio rapporto tra il fondo dei pensieri e l'assente natura di parola.


A sera, se sarà
di Francesco Palmisano (Torino)

Ai garruli scricchi del rondò dei rosignuoli 
la bianca magnolia
si schiude e sorride
tra i verdi platani cui immemore dà vita 
il placido Po
si scaglia e sorride
in provvidi voli ai sacri tetti tornando 
la libera rondine
soddisfatta sorride.
Solo tu
su uno sfondo di secco muro assorta 
nel lungo mattino inerte
tra bianchi letti di morte
non sorridi:
« Tutta la mia vita, 
mio Dio,
si deve perdere
come si perde il dolce suono delle fronde?> >
Alla antica domanda 
che prima della risacca 
per l'ignoto dopo 
l'onda ferma
straniera in patria non odi
nel soddisfatto fruscio
il coro dei trilli dei rondinini in nido
nel placido mormorio
il lieve fremito di ringraziamento delle assetate fronde
nel sereno biancheggio
la millenaria melodia della misurata collina:
« La vita si vive vivendo dal! 'alba al tramonto. 
A sera, se sarà,
penseremo alla sera ».
Nel garrulo rondò fluente di corolle in volo
-come la bianca magnolia 
la soddisfatta rondine-
sorrido alla vita e nulla chiedo
il placido Po.

Motivazione:
Consolante commosso intreccio di serenità e dolorosa attesa:
A sera, se sarà, penseremo alla sera … ci abbiamo pensato con chi abbiamo amato, ci penseremo quando la nostra vita si perderà come si perde il dolce suono delle fronde.

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